P. CAVICCHI, Il sigillo di Caius Trebatius. La villa, il mausoleo e l’antica Caldana, Maritima, n. 4, 2014,pp. 45-62.
Abstract
Secondo quanto afferma Enrico Lombardi in un articolo pubblicato nel 1963, nei pressi di Venturina (LI) fu rinvenuta nel 1934, durante lavori agricoli, una gemma romana con l’incisione di un volto maschile e dell’iscrizione C. Trebatius. Tale nome può essere collegato ad una villa romana di cui restano tracce presso le attuali via di Botramarmi e via di Bazzana, nel comune di Campiglia Marittima, a pochi chilometri da Venturina. Bazzana, infatti, è con ogni probabilità un toponimo prediale romano, compatibile con una derivazione da (praedia) Trebatiana, cioè i possedimenti del suddetto C. Trebatius. Non è in alcun modo dimostrabile, invece, il collegamento, che fa ipoteticamente il Lombardi, tra Caio Trebazio ed il mausoleo di Caldana, compreso nell’abitato di Venturina. Tale costruzione, verosimilmente del I secolo d. C., in opus caementicium, si presta a numerosi confronti, soprattutto in Umbria e nel Lazio. Nella stessa località di Caldana, toponimo dovuto alla presenza di sorgenti termali, formatosi già in età antica, ha origine quella che oggi è chiamata Fossa Calda, corrispondente al Lingeus, il “fiume caldo” di cui parla, nel terzo secolo a. C., il greco Licòfrone, nel suo poema Alessandra.
Parole chiave: Trebatius, Bazzana, mausoleo, Caldana, Lingeo
According to what Enrico Lombardi in an article published in 1963, near Venturina (LI) was discovered in 1934, during farm work, a Roman gem engraved with a male face and inscription C. Trebatius. This name can be linked to a Roman villa of which traces remain close to roads of Botramarmi and Bazzana, in the municipality of Campiglia Marittima, a few kilometers from Venturina. Bazzana, in fact, is probably a predial Roman name, which is compatible with a derivation from (praedia) Trebatiana, that the possessions of the said C. Trebatius. It is not in any way demonstrated, however, the connection, which is suggested by Lombardi, between Caius Trebatius and the mausoleum of Caldana, included in the village of Venturina. This building, probably of the first century A. D., built in opus caementicium, lends itself to many comparisons, especially in Umbria and Lazio. In the same locality of Caldana, a name formed already in ancient times, due to the presence of hot springs, originated what is now called Fossa Calda, corresponding to Lingeus, the "hot river" mentioned in the third century B. C., the Greek poet Lykophron, in his poem Alexandra.